GOMORRA, CHE SERIE!!!

Premetto che non sono un grande amante di serie tv, o meglio, preferisco seguirne poche ma precise e, soprattutto, che mi appassionano. Non mi piace seguire la moda e guardare un programma, solo perchè lo guardano tutti (e quindi se non lo guardi poi ti senti escluso quando se ne parla). Ad esempio, ho seguito solo qualche puntata e poi ho subito abbandanato Lost, The Walking Dead, 24, Dr. House, etc.

In particolare non amo le serie tv con trameche diventano via via troppo fitte e complesse, perchè  (sarà un mio limite) non mi ci ritrovo più. Perfino Prison Break,  ( serie che ho amato all’inverosimile) l’ho abbandonata alla fine della terza stagione dopo che oramai non ci capivo più niente.

Credo che il successo di una serie sia la semplicità e la ricerca spasmodica di elementi che facciano andare avanti tutta la trama, confondendo. Se guardo una serie tv voglio rilassarmi,  immedesimarmi nei personaggi, magari, ma con  relax. Se deve diventare un lavoro mentale capire la trama e i possibili complessi retroscena non c’è più piacere.

Ora, ad esempio, sto seguendo The Blacklist. Bella serie, ma temo che anche lì si stia puntando a questo genere di avanzamento fatto di colpi di scena non semplici ma sempre più contorti e di comprensione molto più elaborata.

Ad ogni modo, tutta questa premessa è per arrivare al vero tema che voglio trattare in questo post: Gomorra, la serie tv andata in onda su Sky e ispirata al libro cult di Roberto Saviano. Serie che ho avuto modo di seguire, con grande passione, per tutte le 12 puntate e di cui, non nascondo, sono diventato un grande fan.

Frequentando Napoli e provincia, perchè ci vivo e lavoro, ho avvertito abbastanza direttamente le numerose polemiche che si sono scatenate a seguito dell’annuncio della messa in onda di tale programma. Sono comparsi manifesti che parlavano di “altra merda gettata su napoli” gente che parlava di “qualcosa di vergognoso” e via così.

Non ho mai amato queste prese di posizione preventive. Non si può parlare di qualcosa prima di averla vista. Anche per una ragione molto semplice e di parte: se vedi, puoi analizzare e trovare anche argomentazioni più forti per fare critica. Senza vedere, invece, devi limitarti a supposizioni, ipotesi, idee e non puoi andare oltre. E per di più rischi di essere successivamente smentito (come credo sia stato per molti di quelli che si lamentavano,che oggi non si sentono più).

Quella andata in onda su Sky è stata una “signora” serie tv. Bellissima e ben fatta sotto tutti i punti di vista. Spesso si parla della grandiosità delle serie tv americane. Bè Gomorra non ha nulla da invidiare. Personaggi interpretati alla perfezione, un cast studiato nei minimi termini, luoghi e contesti curati alla perfezione. La rappresentazione che è stata fatta del mondo della camorra e della criminalità è stata così reale, così ben riuscita da sembrare, per paradosso, frutto di assoluta fantasia.

La bravura degli sceneggiatori è stata riuscire a riprodurre eventi realmente accaduti e raccontati anche da Saviano nei suoi testi (il voto di scambio, la morte di Gelsomina Verde, le lotte interne ai clan,etc.) all’interno di un contesto e di una storia che avrebbe potuto subire un processo di cannibalizzazione e rimanere intrappolata in tali eventi, diventandone una mera rappresentazione banale, e che invece è riuscita a far suoi questi eventi e raccontarli in maniera organica e chiara.

Ciascuno dei personaggi, che pure risultano essere di fantasia, traspone nei suoi modi di agire e comportarsi, azioni e comportamenti reali, veri. Azioni e comportamenti che sono rintracciabili nei modus operandi criminali  e camorristici reali.

Credo l’elemento che sia stato rappresentato meglio è stato il rapporto tra la “vecchia ” camorra, quella dei boss capaci di azioni terribili ma anche capaci di ragionare e capire i momenti giusti per offendere e quelli per fare un passo indietro, e la “nuova camorra” dei ragazzini, più tesa ad agire di pancia, a mirare al “tutto subito” e restia a passi indietro e ragionamenti di pace e alleanze.

Si è parlato di possibili emulazioni. Non credo. Certo, come in ogni serie che appassiona, c’è il personaggio che viene preso a riferimento. Ma il bello di Gomorra è che a ben vedere ciascuno dei personaggi alla fine delude un pò lo spettatore che lo prende a riferimento. Almeno per questa prima stagione, ogni personaggio principale compie un’azione che lo rende meno accattivante e, di fatto, lo “smitizza” agli occhi dello spettatore che lo prende a rfierimento. In parte, prendono il sopravvento, in tal senso, personaggi secondari, come possono essere i ragazzi al servizio di Genny (O’Track, Tonino,etc.) oppure i vecchi (Malamore, Zecchinetta – permettetemi di dire due interpretazioni  splendide)ma anche lì lo spirito di emulazione possibile è bloccato dal fatto che si tratta di personaggi che sono meri esecutori, sono assogettati e quindi per loro stessa natura creano poco legame con lo spettatore che può provarvi simpatia o antipatia, ma nulla di più.

I luoghi scelti per le scene sono stati davvero selezionati alla perfezione. Per me è stato uno spettacolo nello spettacolo vedere posti e luoghi in cui passo quotidianamente. Ma la cosa particolare è che pur essendo girato a Napoli, pure se la serie è girata in lingua napoletana (e non uso a caso il termine lingua  – perchè se mai ci voleva una ulteriore dimostrazione della bellezza e complessità della lingua napoletana, è stata offerta alla grande)non sembra di stare a Napoli. Quei luoghi si sono decontestualizzati a tal punto da sembrare luoghi che potrebbero trovarsi ovunque.

Credo che a tutti coloro che hanno seguito la serie sia capitato raramente di pensare, durante la visione delle puntate, che quelle scene fossero girate a Napoli. Perchè si è talemente presi dalla storia, dalle dinamiche e i luoghi diventano cosi un tutt’uno con la “realtà – non realtà” dei personaggi che diventano dei “luoghi-non luoghi”.

Tutti questi aspetti credo siano stati l’aspetto vincente di questa serie. Il finale, ieri sera, poi è stato qualcosa di indicibile. Il movimento quasi impercettibile della mano di Genny a terra, dopo essere stato colpito da Ciro, Don Pietro, il vecchio boss che viene liberato dopo aver finto di essere innocuo e fuori di testa, lasciano aperte grandi prospettive per la successiva stagione.

Che tuttavia sarà orfana di Donna Imma, la moglie del Boss e mamma di Genny che, partita in secondo piano, è stato il vero personaggio centrale della serie. Un bel rischio corso dagli autori che però hanno voluto, evidentemente, dare una spinta forte alla trama, anche azzardando qualcosa.

Insomma, una  serie davvero stupenda. E io non vedo l’ora che arrivi la seconda stagione.